- Italia Multimedia
- 21 novembre 2025
In un contesto che cambia alla velocità del digitale le competenze non sono più un plus, ma il modo con cui l'azienda resta competitiva ogni giorno. Senza formazione continua il rischio non è solo restare indietro ma lavorare peggio.
Rimandare la formazione significa che:
- il commerciale resta su Excel mentre i competitor lavorano con CRM automatizzati
- il marketing crea contenuti "a sensazione", senza dati né AI a supporto
- il customer care vive nelle mail, invece di usare piattaforme che organizzano richieste e numeri
La formazione digitale serve a rendere il lavoro più semplice e sostenibile e ha un impatto diretto anche sulle persone: un team aggiornato si sente parte del cambiamento, non schiacciato dall'innovazione.
Upskilling e reskilling: cosa significa davvero per team e PMI
Upskilling e reskilling non sono buzzword, ma due approcci complementari:
L'upskilling migliora competenze già esistenti per fare evolvere il ruolo, ideale quando il business resta lo stesso, ma ha bisogno di più efficienza e velocità.
Il reskilling entra in gioco quando il ruolo cambia davvero: qui non si tratta di aggiornare competenze esistenti, ma di svilupparne di nuove per permettere al team di spostarsi su attività diverse.
Per le PMI la domanda chiave è: di cosa avrà bisogno l'azienda nei prossimi 12 mesi? Da quella risposta nasce la scelta tra puntare su upskilling, reskilling o su una combinazione dei due.
Competenze digitali chiave 2025–2030: cosa serve davvero
Il mondo del digitale è vasto ma non tutte le competenze hanno lo stesso impatto. Quelle davvero strategiche per il 2025-2030 ruotano intorno a 5 aree:
- Dati e analytics: leggere numeri, interpretare trend, prendere decisioni consapevoli.
- AI e automazione: usare strumenti che ottimizzano tempo, flussi e processi.
- Digital marketing & comunicazione: saper lavorare su contenuti, social, advertising e funnel.
- Strumenti collaborativi e cloud: lavorare bene insieme ovunque.
- Cybersecurity di base: proteggere dati, accessi e identità digitale.
Nessuna azienda deve puntare a fare formazioni che trattano tutti questi argomenti: l'obiettivo è selezionare le competenze che impattano di più il proprio business o che lo impatteranno maggiormente nei prossimi cinque anni e formare il team per prepararli strategicamente al futuro digitale.
Come costruire un piano di formazione digitale pratico (partendo dai problemi reali)
Per essere efficace la formazione deve partire da problemi concreti ed essere strutturata in questo modo:
- Analisi dei gap reali: Cosa manca oggi al team per lavorare meglio? Dove si inceppano i processi?
- Definizione di obiettivi chiari: Cosa vogliamo migliorare entro 3, 6, 12 mesi? Ridurre errori? Velocizzare report? Aumentare lead qualificati?
- Costruzione percorsi per ruolo: adatta la formazione ai bisogni dei diversi ruoli: commerciale, marketing, operation e customer care.
- Variazione dei formati: workshop pratici, video brevi, mentoring, esercizi da applicare subito sulla propria operatività.
- Analisi con metriche e KPI chiari: per capire se la formazione è stata efficace e se si è tradotta in vere competenze servono metriche chiare (tempo risparmiato, errori ridotti, autonomia aumentata).
Rendere la formazione accessibile: formati, tempi e strumenti che non bloccano il lavoro
Nelle PMI il vero ostacolo alla formazione non è rappresentato dalla volontà ma dal tempo. Proprio per questo è fondamentale concentrarsi su metodi che si adattino al meglio alle persone, come:
- Moduli brevi e on-demand o sessioni live mirate
- Strumenti semplici disponibili da mobile
- Materiali che si possono riguardare
- Reminder e micro-esercizi per mantenere l'abitudine
L'Intelligenza Artificiale in questo contesto può essere uno strumento utile per la formazione digitale: infatti può creare percorsi su misura, generare quiz, esercizi e casi pratici e aiutare il team a ripassare e applicare ciò che ha imparato.
L'obiettivo è far sì che la formazione entri nel flusso di lavoro, invece di bloccarlo.
Dalla teoria alla pratica: errori da evitare nella formazione digitale
Non serve rivoluzionare tutto subito. Per fare in modo che il cambiamento sia sostenibile è utile partire in piccolo: un obiettivo concreto, un gruppo pilota, un percorso chiaro comunicato bene internamente. Una volta terminata questa prima fase si può scalare, migliorando le modalità lungo la strada.
Per aumentare l'efficacia del proprio percorso di formazione digitale è fondamentale evitare questi errori:
- pensare che basti un corso "una tantum" per avere un vero impatto
- non prevedere follow-up, momenti di confronto e applicazione pratica
- scegliere i corsi "di moda" senza collegarli ai KPI di business
- creare percorsi in cui tutti seguono tutto, indipendentemente dal ruolo
La formazione digitale funziona quando è continua, mirata e collegata agli obiettivi dell'azienda, non quando è trattata come un evento.
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